piazza-vecchia-bergamo-Claudio Messina

Bergamo, soprannominata «la città dei Mille» per via del cospicuo numero di volontari bergamaschi, circa 180, che presero parte alla spedizione dei Mille, grazie alle sue valli potrebbe essere conosciuta anche per la quantità di formaggi che produce. I più conosciuti, anche con riconoscimento di denominazione, sono sicuramente il Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana DOP, lo Strachitunt DOP e il Bitto DOP che condivide con la città di Sondrio. Tra i piatti tipici della bergamasca vale la pena ricordate a chi volesse passare da quelle parti i Casoncelli, noti anche come Casonsèi, ravioli di pasta fresca ripieni di pane secco, formaggio, uova, carne macinata, amaretti e spesso anche uvetta; la polenta Taragna, così detta perché condita con formaggi come branzi, bitto o formai de mut; il dolce Torta Donizetti, così chiamato per il riferimento esplicito al grande compositore bergamasco, una sorta di ciambella.

Tra i vini della zona menzioniamo il Valcalepio DOC prodotto in bianco, rosso e moscato passito, il Terre del Colleoni DOC che viene prodotto in 14 varietà di uvaggio differente espresso in rossi, rosati, fermi e frizzanti; infine il Moscato di Scanzo, la seconda DOCG più piccola d’Italia, non più di 40.000 bottiglie prodotte e vendute anche all’estero.

Le Mura Venete di Bergamo, che separano la “città bassa ” dalla “città alta”, sono state annoverate fra i patrimoni dell’umanità tutelati dall’Unesco, e mentre ci avviciniamo e cerchiamo un parcheggio ci rendiamo conto di quanto siano particolari e straordinariamente belle.

William Fornoni e Marialuisa Cordone ci attendono in Piazza Vecchia, dove la torre civica detta il Campanone, ancora oggi alle 22 scocca 100 colpi, quelli che in passato annunciavano la chiusura notturna dei portoni delle mura. Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta per il bar in cui prendere l’aperitivo e iniziare le interviste. Ci sediamo e partono le domande.

Marialuisa, da 1 a 10 quanto è utile per te incontrarsi a tavola per fare business? e perché?

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È utile perché l’incontrarsi a tavola rappresenta un momento conviviale, anche se formale nel caso di un pranzo di lavoro; occasione per conoscersi meglio, anche attraverso i gusti legati al cibo. Si risparmia tempo e ci si rilassa in giornate frenetiche dove gli spostamenti per incontrare una persona sono molto time consuming.

William credi o ritieni che esistano particolari usi, costumi locali nel relazionarsi a tavola? Anche in momenti più “soft” come le pause caffè, gli aperitivi …

Bisogna sempre conoscere le usanze locali per non trovarsi in situazioni imbarazzanti. In ufficio la pausa caffè o meglio il caffè prima di un incontro aiuta ad entrare maggiormente in confidenza. È sempre più difficile iniziare un lungo incontro con clienti quando non vogliono il caffè!

Se dovessi descrivere la città dove vivi tramite il piatto tipico, quale indicheresti? Anche più di uno.

Bergamo e soprattutto la Val Seriana sono le terre che amo. Per me le pietanze rappresentative sono i Casoncelli (Casonsei), i salumi e i formaggi locali, ovviamente accompagnati da vari tipi di polenta.

Marialuisa se dovessi descrivere la città dove vivi tramite la bevanda tipica (alcolica o analcolica), quale indicheresti? Anche più di una.

Dico i due vini che preferisco in assoluto: il Merlot e il Moscato di Scanzo DOC

William puoi descrivere un rito o un’abitudine relativi alla tavola tipici della tua città?

L’abitudine è quella di non far mancare mai un grande tagliere misto di formaggi e salumi, qualunque sia il menù a seguire.

Marialuisa hai una ricetta di famiglia, qualcosa che identifica le tue origini e che condivideresti?

Polenta e coniglio: la polenta è fatta nel paiolo posizionato nella cucina economica alimentata a legna. Meglio la qualità bramata con lo spinato di Gandino, un grano antico di color rosso. Il coniglio deve essere nostrano, tagliato a pezzi e cotto in una padella con i bordi alti, sfumato con il vino bianco per ammorbidirlo, cotto lentamente e rigirato più volte per prendere sapore.

Concludiamo con un tuo aneddoto, ricordi un momento in cui hai fatto delle scelte a tavola che ti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi oppure al contrario, che ti hanno precluso questa possibilità? Puoi descriverle?

Sì, è legato proprio alla mia attività. Agli esordi, quando decisi di intraprendere quello di cui mi occupo oggi, ero con il collega in una pasticceria. Sono appassionata di aperitivi e spuntini salati, e anche il collega lo era, e questo ha senz’altro agevolato e alleggerito la conversazione e, chissà, forse ha messo una buona stella per ciò di cui oggi vado molto fiera.

Grazie William, grazie Marialuisa e grazie Laura per il tempo che ci avete dedicato, speriamo di reincontrarvi presto.

Di seguito alcuni collegamenti utili per approfondire la conoscenza di Bergamo

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