Caltanissetta

Chiesa-di-SantAgata-al-Collegio-Caltanissetta Claudio Messina

I primi insediamenti di Caltanissetta risalgono al XIX secolo a.C. mentre la nascita della città sembra essere dovuta al periodo islamico in Sicilia, intorno al X secolo a.C. Sicuramente la cucina è stata influenzata dai popoli che nei secoli hanno invaso l’isola potando loro tradizioni e prodotti.

Per iniziare possiamo provare le muffulette, delle pizze dorate e farcite con cipolla e acciughe; a seguire i Cavateddi (pasta fresca) al maccu con fave, ditalini, finocchietti selvatici e olio extra vergine d’oliva, per poi affrontare il secondo come il Coniglio selvatico in umido con contorno di involtini di melanzane; se preferite un piatto unico suggerisco la mbriulata, un impasto di pasta di pane salato arrotolato e fatto lievitare quindi farcito di olive, cipolla e tritato di maiale e manzo poi cotto al forno; potete concludere con uno o più cannoli, difficile fermarsi davanti a questa prelibatezza. Leggenda narra che la nascita del cannolo sia avvenuta nell’antica Kalt El Nissa, sede di molti harem saraceni locali dove le favorite dell’emiro si deliziavano a cucinare soprattutto dolci. Da provare anche i due prodotti riconosciuti da denominazione come il Pecorino Siciliano DOP e l’Uva da tavola di Canicattì IGP.

I vini a Caltanissetta

Tra i vini della zona vale la pena provare il Sicilia DOC che offre ampia scelta con le sue trenta tipologie di vino, tra cui bianco, rosso e rosato, rosso riserva e rosso vendemmia tardiva, spumante bianco e rosato…; oppure il Terre Siciliane IGT che è condivisa con altre città e raccoglie vari vitigni siciliani espressi in varie tipologie di vino.

Graziella Verderame ci accoglie in una Caltanissetta tranquilla ed assolata già dalle prime ore del mattino. La fontana in piazza Garibaldi manda un gentile refrigerio e noi, appoggiati al monumento, ci fermiamo a guardare la bellezza della Cattedrale di Santa Maria la Nova; poi ci giriamo ad ammirare anche la stupenda chiesa di San Sebastiano. Quanti contrasti di colori, di stili e di profumi. La passeggiata continua per alcuni minuti fino al punto designato per l’aperitivo di rito: la piazza antistante la Chiesa di San’Agata al Collegio, altro monumento di eccezionale bellezza. Ci sediamo e partono le domande.

Graziella, da 1 a 10 quanto è utile per te incontrarsi a tavola per fare business? e perché?

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L’incontro a tavola, anche nell’ambito lavorativo, penso che sia molto utile, risulta essere, secondo la mia opinione, il luogo perfetto per relazionarsi e mettersi a proprio agio, soprattutto facendo un aperitivo con del buon vino.

Credi/ritieni esistano particolari usi, costumi locali nel relazionarsi a tavola? Idem in momenti più “soft” come le pause caffè, gli aperitivi ecc.

Se guardiamo le “tavole” degli italiani possiamo notare tra loro tante differenze che rendono, per ogni città, questo incontro unico e speciale proprio per queste diversità. La pausa caffè, per esempio, a Gela oltre che nei bar viene fatta molto spesso nelle abitazioni tra amici e parenti.

Se dovessi descrivere la tua città dove vivi tramite il piatto tipico, quale indicheresti? Anche più di uno.

Se penso a questi posti non posso non pensare subito agli arancini di ragù. Le rosticcerie dove vengono venduti gli arancini sono un vero e proprio punto di incontro per giovani, famiglie e meno giovani. L’arancino credo che a Gela sia uno dei cibi più consumati, perché mette d ‘accordo proprio tutti a tavola, grandi e piccini.

Se dovessi descrivere la città dove vivi tramite la bevanda tipica (alcolica o analcolica), quale indicheresti? Anche più di una.

Sicuramente il vino, credo che sia una delle bevande che non può mancare a tavola, molto spesso prodotto proprio da persone del posto.

Puoi descrivere un rito o un’abitudine relativi alla tavola tipici della tua città?

Sicuramente la domenica è il momento in cui le famiglie si riuniscono per pranzare tutti assieme e non manca quasi in ogni casa la preparazione dei carciofi arrostiti alla brace, che vengono mangiati a fine pranzo.

Hai una ricetta di famiglia, qualcosa che identifica le tue origini e che condivideresti?

In casa fin da quando sono piccola ricordo la preparazione dei Calzoni ripieni di broccoli, olive nere e acciughe. Ricordo l’odore della preparazione delle conserve di pomodoro fatta nelle case di campagna piene di sole e circondate da limoni e ulivi, tante famiglie tutte riunite nella preparazione di questi cibi

Concludiamo con un tuo aneddoto, ricordi un momento in cui hai fatto delle scelte a tavola che ti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi oppure al contrario, che ti hanno precluso questa possibilità? Puoi descriverle?

Sì, posso dire che tante scelte e tanti progetti sono stati esposti e valutati seduti attorno ad una tavola di famiglia, ad una tavola di lavoro e molte volte ad una tavola di amici. La cosa bella della tavola è che non ha limiti o modi da seguire uguali per tutti, ma la bellezza sta proprio nel poter scegliere la modalità, l’orario, le pietanze e le persone con cui condividere questo momento.

Grazie Graziella per il tempo che ci hai dedicato, speriamo di reincontrarti presto.

Di seguito alcuni collegamenti utili per approfondire la conoscenza di Caltanissetta

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