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La prima cosa che viene in mente pensando a Genova è il mare che ti accoglie dopo la curva della A10 arrivando da Milano, ti apre l’anima. La seconda è la Focaccia di Recco che ti apre lo stomaco e ti invita ad affondare i denti nella sua morbidezza.
Anche se questo sarebbe già sufficiente a riempire cuore e giornata voglio menzionare anche il Basilico, grande componente del rinomato pesto e le acciughe sotto sale del Mar ligure, tutti prodotti rigorosamente DOP e IGP. Sarebbe un delitto completare la merenda o il pasto senza gioire di un vino Golfo del Tigullio-Portofino che offre dalla bianchetta, vino bianco delicato, al vermentino bianco e rinomato fino ai rossi come ciliegiolo; oppure un Valpolcevera dal bianco al rosato o rosso secco frizzante e spumante dell’entroterra genovese.

Gianluca MarconiEnrico Pastorino e Fabio Storelli ci aspettano in una spiaggetta a Boccadasse, davanti ad un bar con una piccola distesa. Poco distante, intenti a godere di questa pace in riva al mare, qualche altra persona fa chiacchiere come noi. La tentazione è troppo forte per noi e ordiniamo della focaccia e un bianco frizzante per brindare all’incontro. Partiamo con le domande.

Gianluca, da 1 a 10 quanto è utile per te incontrarsi a tavola per fare business? e perché?

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Perché è più semplice creare un ambiente confortevole e stimolante. Molti affari li ho conclusi a tavola, mi sento a mio agio e la conversazione riesce molto meglio.

Fabio, credi o ritieni che esistano particolari usi, costumi locali nel relazionarsi a tavola? Anche in momenti più “soft” come le pause caffè, gli aperitivi …

Sicuramente ogni incontro potrà essere gestito in maniera diversa potendo contare anche su espedienti particolari per colpire maggiormente il nostro interlocutore.
Spesso mi confronto con un cliente a tavola ma…su una chiatta galleggiante in mezzo alle barche. Quale posto migliore dove parlare del mio business?

Enrico, se dovessi descrivere la città dove vivi tramite il piatto tipico, quale indicheresti? Anche più di uno.

Ci piace esaltare la genovesità dei nostri piatti come le trofie “avvantaggiate” o il minestrone insaporito con un cucchiaio di pesto a fine cottura. Raramente le sperimentazioni sono bene accette.
Il condimento base resta il pesto della quale spieghiamo che di salsa non si tratta, ma è appunto un amalgama lavorato sapientemente nel mortaio di marmo (e questa preparazione è arte) con ingredienti rigorosamente dosati, tanto che una piccola variazione ci fa dire “è buono ma non è fatto come si deve”. L’ingrediente primario è il basilico di Prà (quartiere di Genova) perché la composizione del terreno gli conferisce un gusto ed un sapore unico.

Gianluca, se dovessi descrivere la città dove vivi tramite la bevanda tipica (alcolica o analcolica), quale indicheresti? Anche più di una.

L’Amaro Camatti, il liquore tipico genovese. Viene ancora preparato secondo ricetta e regole di inizio del secolo scorso, viene fatto con fiori, erbe e piante aromatiche. Con un sapore leggermente mentolato e ha l’amaro della china. Bisogna provarlo.

Fabio, puoi descrivere un rito o un’abitudine relativi alla tavola tipici della tua città?

Nella nostra zona difficilmente si troverà un ristorante che non serva la focaccia insieme al cestino del pane. Per noi è come un biglietto da visita che contraddistingue la Riviera Ligure.

Enrico, hai una ricetta di famiglia, qualcosa che identifica le tue origini e che condivideresti?

È la Torta Pasqualina una torta di verdure con molti riferimenti biblici. Sembra che nel 1400 circa a Genova, secondo tradizione, le donne lavoravano 33 sfoglie, tanto quanto gli anni di Cristo e le assemblavano una sull’altra, aggiungendo il ripieno e segnando 12 porzioni come gli apostoli ciascuna delle quali aveva una metà di uovo sodo.

Concludiamo con un tuo aneddoto Fabio, ricordi un momento in cui hai fatto delle scelte a tavola che ti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi oppure al contrario, che ti hanno precluso questa possibilità? Puoi descriverle?

Nella mia attività mi trovo spesso nella condizione di dover affrontare lunghi dibattiti per poter riuscire a portare a casa il risultato. In mancanza di un luogo dove sgranocchiare qualcosa mi affido al tavolino di un bar sul mare dove poter gestire al meglio una serena conversazione.
Devo dire che il mix magico della location porta quasi sempre al risultato sperato. In mancanza anche del bar? Senza perdere un secondo organizzo uno snack sul mio miglior ufficio con vista: la mia barca.

Grazie Gianluca, grazie Fabio e grazie Enrico per il tempo che ci avete dedicato, speriamo di reincontrarvi presto.

Di seguito alcuni collegamenti utili per approfondire la conoscenza di Genova

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Foto di copertina Andreasspot / CC BY-SA

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