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La zona di Lodi è abitata sin dal neolitico da agricoltori e allevatori nomadi, in seguito passò prima dai Romani, poi i Longobardi e i Franchi per essere poi rifondata da Federico Barbarossa il 3 agosto 1158. Fu invasa dagli spagnoli per poi passare a Napoleone.

La cucina a Lodi

Nonostante la vicinanza a Milano sviluppò una cucina propria caratterizzata da preparazioni casearie. Descrivo qualche assaggio. Gli antipasti a partire dal Raspadüra, formaggio grana preparato a sottilissime sfoglie, raschiate, oppure Pes en carpiòn, a base di piccoli pesci d’acqua dolce (tipicamente ghiozzi, cobite e lamprede), fritti e successivamente macerati in acqua e aceto con l’aggiunta di cipolla, aglio e prezzemolo, il Turtìn, sangue fresco di oca, anatra o tacchina, battuto per impedirne la coagulazione e mescolato con burro, panna e latte a cui vengono aggiunti in seguito formaggio grana, pane e amaretti grattugiati, sale, pepe e noce moscata quindi cotto con sugna di maiale; preparazione tradizionale sono le frittate di cui propongo un paio di versioni; la Fritada cun le urtìš, frittata con le cime del luppolo selvatico oppure la Fritada en carpiòn a base di carne di vitello e verdure lessate.

Altro cibo molto conosciuto è Lodi con il Rišòt rugnùš, risotto preparato con salsa di pomodoro e salamella tritata, mantecato con burro e formaggio; a seguire il Minestròn, uno stufato di verdure con cipolle, fagioli, carote, patate, zucchine, sedano e pomodori con aggiunta di profumi come alloro, basilico, prezzemolo e rosmarino; la Minestra maridàda, minestra preparata con riso, uova, lardo e foglie di bietola; Riš e lat, riso cotto con latte e burro; tra i secondi suggerisco la Büšèca, trippa cucinata con pancetta, verdure, fagioli, burro e brodo di carne; oppure i Pulpéte ligàde, involtini di lonza di maiale ripieni di formaggio grana e pane grattugiati completati dalla polenta; Rane en ümid, rane arrostite; la lista sarebbe ancora lunga ma aggiungo solo un paio di dolci: Tortionata, dolce friabile a base di mandorle e burro e Meìn, dolce a base di burro e farina.

Lodi condivide con altre province diversi prodotti a denominazione: Salame Cremona IGP, Coppa di Parma IGP, Cotechino Modena IGP, il formaggio Salva Cremasco DOP infine lo Zampone Modena IGP.

I vini a Lodi

Il vino a denominazione della zona è il San Colombano al Lambro, DOC che coinvolge anche Milano e Pavia. Vinificato in bianco da vitigni Chardonnay e Pinot nero e in rosso da uve Croatina, Barbera e uva rara.

Passeggiando per Lodi è un attimo passare da un’architettura romanica ad una rinascimentale. Con i nostri amici Vittorio Gabetta e Loris Formia oggi siamo in piazza della Vittoria, da dove possiamo osservare questo mix di stili. Dopo aver visitato il bellissimo centro storico di questo capoluogo lombardo, ci fermiamo in un locale che ci accoglierà per il pranzo, ma prima per un particolare aperitivo. Loris ha infatti insistito per un assaggio in sequenza di formaggi lombardi della zona di Lodi. Mentre degustiamo queste cose magnifiche partono le domande.

Vittorio, da 1 a 10 quanto è utile per te incontrarsi a tavola per fare business? e perché?

10
La convivialità aiuta le relazioni umane.
Il business vive di relazioni umane.

Loris, credi/ritieni esistano particolari usi, costumi locali nel relazionarsi a tavola? Idem in momenti più “soft” come le pause caffè, gli aperitivi ecc.

Siamo a Lodi, a due passi da Milano, e sentiamo forte l’influenza delle abitudini. Una di queste è sicuramente l’aperitivo serale, momento di relax, di convivialità e di scambio. Con i miei amici abbiamo ad esempio battezzato un giorno in cui ci troviamo alle 18 e 30 in un particolare bar ristorante (questo). La scelta del giovedì è stata dettata dagli impegni lavorativi di tutti noi.

Vittorio, se dovessi descrivere la tua città dove vivi tramite il piatto tipico, quale indicheresti? Anche più di uno.

Risotto con il Pannerone e raspadüra.

Se dovessi descrivere la città dove vivi tramite la bevanda tipica (alcolica o analcolica), quale indicheresti? Anche più di una.

Vini di San Colombano

Loris, puoi descrivere un rito o un’abitudine relativi alla tavola tipici della tua città?

Sembrerà strano o vecchia maniera, ma io sono stato abituato fin da piccolo a dire “buon appetito” prima di incominciare a mangiare. Non mi importa se il galateo dice che non è corretto. Per noi, nella mia famiglia, è sempre stato un gesto di cortesia e di rispetto.

Vittorio, hai una ricetta di famiglia, qualcosa che identifica le tue origini e che condivideresti?

Il riso cucinato sotto ogni forma. In casa nostra non sono mai mancate le ricette di risotti.

Concludiamo con un tuo aneddoto, ricordi un momento in cui hai fatto delle scelte a tavola che ti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi oppure al contrario, che ti hanno precluso questa possibilità? Puoi descriverle?

In generale non ho ricordi o aneddoti legati ad un piatto in particolare, però mi è capitato di aver fatto la differenza scegliendo il posto giusto al momento giusto.

Grazie a Vittorio e Loris per il tempo che ci hanno dedicato, speriamo di reincontrarli presto.

Di seguito alcuni collegamenti utili per approfondire la conoscenza di Lodi

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