Cattedrale-di-Santa-Maria-Assunta-2

Rieti fu fondata dai sabini con il nome Reate nel 290 a.C. Divenne in seguito municipio romano. Fu devastata nel IX e X secolo dai saraceni passò in seguito sotto lo Stato della Chiesa quindi divenne italiana nel 1860.

La cucina a Rieti

Un passaggio da queste parti non può passare indenne agli spaghetti all’amatriciana con il Guanciale di Amatrice e Accumoli per poi proseguire con le Fregnacce (sciocchezza in dialetto), maltagliati a base di farina di grano duro e acqua, oggi con l’aggiunta di uova; Maccheroni a fezze, spaghettoni a base di acqua, uova e farina, a forma irregolare insaporiti con il pesto alla Sabinese (olio extravergine di oliva, aglio, peperoncino e maggiorana); i Pencarelli, pasta all’uovo simile agli spaghetti; le Cordelle sabine, pasta lievitata avanzata dopo aver prodotto il pane condite con pesto a base di aglio, sale grosso e peperoncino tritati e olio extravergine d’oliva della Sabina; tra le varietà di olive troviamo la carboncella che ha sentori di erbe aromatiche, mandorla e carciofo, il frantoio (più balsamico) e la raja, con note di erba tagliata e mandorla amara.

I prodotti a denominazione sono il Prosciutto Amatriciano IGP, l’olio Sabina DOP, l’Abbacchio Romano IGP e la Ricotta Romana DOP.

Il vino a Rieti

L’unico vino a denominazione che comprende la provincia è il Lazio IGT, un vino che include tanti vitigni di base per la sua produzione, dall’Aleatico, Ansonica, Bellone, Bombino bianco, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Cesanese comune, Cesanese di Affile, al Trebbiano giallo, Trebbiano Toscano, Fiano, Vermentino, Syrah e Pinot bianco.

La città che visitiamo oggi è Rieti e Marzio Paolucci, il nostro ospite, ci precisa alcune cose delle quali notiamo che va molto fiero. Innanzitutto dalla cartina ci fa vedere la dualità di questa città, da una parte contadina con una miriade di coltivazioni tipiche e di grande pregio, dall’altra una industria ben piantata e fiorente. In secondo luogo ci mostra la pianta del centro storico che ha il classico intrigo di strade della città antica, tant’è che Marzio ci fa presente che Rieti esisteva già prima ancora di Roma, ed è stata rivista e rimaneggiata da vari governanti e da vari stili architettonici.

Dopo una lunga passeggiata in questa stupenda città, arriviamo davanti alla cattedrale di Santa Maria Assunta, un gioiello assoluto sia per la sua costruzione sia per come è stata mantenuta nel tempo e ristrutturata. Bellissimi anche i giardini adiacenti. A poca distanza il nostro ospite ha programmato una seduta enogastronomica che partirà dall’aperitivo per percorrere tutte le tipicità della zona, passando chiaramente per l’Amatriciana. Ci sediamo e partono le domande.

Marzio, da 1 a 10 quanto è utile per te incontrarsi a tavola per fare business? e perché?

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Utilissimo. Quando ci si incontra a tavola, se non c’è niente da dire, lo si trova. E poi è sicuramente più facile parlare dei propri gusti in fatto di mangiare piuttosto che di lavoro.

Credi/ritieni esistano particolari usi, costumi locali nel relazionarsi a tavola? Idem in momenti più “soft” come le pause caffè, gli aperitivi ecc.

Non vorrei uscire troppo dal discorso tavola, pranzo, cena e tutti gli appuntamenti canonici dove si mangia; ma una cosa che si fa sempre volentieri è ritrovarsi al bar a prendere un caffè insieme ad amici o colleghi. Il caffè delle macchinette in ufficio è diventato di una qualità buona, ma incontrarsi al bar ha ancora quella sorta di rito che fa piacere.

Se dovessi descrivere la tua città dove vivi tramite il piatto tipico, quale indicheresti? Anche più di uno.

Non c’è neanche da chiederlo, Amatrice è in provincia di Rieti, bucatini all’amatriciana tutta la vita. A me personalmente piace molto la pasta, quindi non sono così legato ad un tipo particolare da usare con questo sugo. Mi vanno bene anche gli spaghetti, basta che siano di buona grandezza e non sottili.

Se dovessi descrivere la città dove vivi tramite la bevanda tipica (alcolica o analcolica), quale indicheresti? Anche più di una.

Di recente a Rieti è stata lanciata una bevanda a base di uva, 100% uva spremuta. Molto buona, molto dissetante. Ha una stagionalità limitata ed è prodotta con uve che crescono solamente qua da noi. Ora non ricordo bene il nome del vitigno. Anche se nasce come succo di frutta analcolico, farlo diventare la base per cocktail e stato un attimo.

Puoi descrivere un rito o un’abitudine relativi alla tavola tipici della tua città?

Una cosa che facciamo sempre con gli amici da anni è quella di battere il bicchiere sul tavolo una volta che si è brindato. C’è tutta una storia dietro, ma diciamo che porta fortuna.

Hai una ricetta di famiglia, qualcosa che identifica le tue origini e che condivideresti?

Un piatto che preparano a casa mia quando vogliono farmi felice, visto che mi piacciono i primi piatti di pasta, sono le Fregnacce. Si tratta di una pasta semplice, acqua e farina, stesa non troppo sottile e tagliata a rombi. Per il sugo un classico Soffritto nel quale vieni inserito anche il lardo. Essenziale una dose generosa di pecorino e, per i miei gusti, anche di peperoncino.

Concludiamo con un tuo aneddoto, ricordi un momento in cui hai fatto delle scelte a tavola che ti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi oppure al contrario, che ti hanno precluso questa possibilità? Puoi descriverle?

Giusto il mese scorso ho chiesto alla mia compagna di sposarmi. Eravamo al mare a Ponza, in un ristorante sul porto, le ho fatto portate l’anello insieme alla macedonia. Per adesso ha detto sì, speriamo che non cambi idea andando all’anno prossimo. Nel caso la riporto a Ponza e ci riprovo.

Grazie Marzio per il tempo che ci hai dedicato, speriamo di reincontrarti presto.

Di seguito alcuni collegamenti utili per approfondire la conoscenza di Rieti

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